40 – Né apostata né analfabeta

 

Sì, due anni fa ho definito Tullio De Mauro (foto) “discepolo apostata di Mario Lucidi”. Nello stesso scritto (AG 13) lo ritenevo anche reticente, se non responsabile, delle “chiacchiere” sul conto mio e del Bitnick.

Successivamente (vedi Morse News 95) mi convinsi che tali chiacchiere erano nate ben prima dei fatti del 2000 a cui allude la News precedente, e soprattutto non per colpa degli allievi di Lucidi, ma degli “indegni eredi di Buccola”, come è provato dalla sistematica emarginazione, da oltre dieci anni, dei miei contributi scientifici su questo autore – o meglio “genio” al pari di Lucidi, e al pari di questi ignorato o sottovalutato (in nessun lavoro di psicologia uscito negli ultimi dieci anni ricorre il mio irriverito nome).

Il De Mauro accettò l’ampia ammenda dei miei torti, tanto è vero che delegò un giovane e brillante suo allievo, il chiarissimo Gambarara, a seguire gli sviluppi della mia “telelinguistica”, mantenendo nei miei confronti un atteggiamento di neutralità e di doveroso riserbo, come ebbero privatamente a confidarmi il predetto Gambarara e il chiarissimo professor Riccardo Luccio, al quale ultimo avevo cortesemente, ma con forza, chiesto – disturbando a tal fine anche un altro insigne psicologo, il professor Nino Dazzi (anch’egli perfettamente al corrente delle vicende che mi riguardano) – almeno una telefonata al De Mauro che rafforzasse le mie scuse e le mie argomentazioni (vedi Lucidi News 16).

Queste le beghe. Dal punto di vista scientifico il discorso è molto più semplice: siamo talmente avvezzi alla lettura – e chi più del De Mauro è “alfabetizzato”? – che ne abbiamo perso di vista il segreto neuro- e psico-fisiologico scoperto da Lucidi e adombrato nei miei scritti, almeno a partire dalla lettera del 2000 riportata nella News precedente.

INDIETRO