16 – Lettera a Dazzi

                                          

 

Chiarissimo Professor Dazzi,

la perdurante e scandalosa indifferenza generale sul lavoro (Buccola e telelinguistica) e sull’invenzione (Bitnick) del sottoscritto, a cui fanno rispettivamente riferimento le tre icone in testa a questa lettera aperta, mi porta a temere che la lettera di scuse inviata il 26.10.04 a Tullio De Mauro (e che solo per doveroso riserbo mi ostino a non rendere pubblica) non ha raggiunto l’obiettivo (v. Morse News 80 e Lucidi News 1).

Tale obiettivo, esplicitamente dichiarato, era convincere l’esimio professore che il focolaio diffamatorio verso me e il mio Bitnick si sviluppò, nella primavera del 2000, in ambito diciamo “psicologico” (Buccola), e non “linguistico” (Lucidi), scartando ovviamente l’ipotesi di una “combustione spontanea” e quella della sua “inesistenza” (checché ne pensi o continui a pensare qualche amico comune, caro professor Dazzi).

De Mauro, “passando” le mie carte (Telelinguistica) al professor Gambarara, ha implicitamente accettato le mie scuse, ma forse queste non sono state abbastanza incisive e l’insigne maestro in cuor suo non considera “lavata” l’onta dell’opuscolo Etica e Fonetica, malgrado la resipiscenza e tutta la “marcia indietro” da me fatta da un anno a questa parte.

Per rendere più convincenti le mie scuse a De Mauro e togliere ogni residua ombra dal nostro rapporto di reciproca stima, e soprattutto non potendo tollerare oltre che le scoperte di Lucidi – che io ho avuto la fortuna di parzialmente “riscoprire” – restino ancora sepolte sotto la coltre di 50 anni di incomprensione a causa di equivoci o meschine ripicche, sono costretto a proseguire e intensificare le indagini diciamo “poliziesche” per far luce sul vero o sui veri autori della mia diffamazione.

Scusandomi di questa lunga ma necessaria premessa, ma scusandomi soprattutto della libertà che so di prendermi, mi appello a Lei e alla Sua diplomazia, caro Dazzi, per essere aiutato a far parlare una buona volta, in nome della verità scientifica e dei fatti, chi – nell’entourage di Mucciarelli – sa, ma non “ricorda”, o chi dice di non sapere come sono realmente andate le cose (quel “Ma io, Gaeta, non la conosco!”).

Le dichiaro infine e pubblicamente, professor Dazzi, il grande debito che io e la scienza tutta abbiamo verso di Lei che trenta anni fa ha recuperato un altro italiano indegnamente dimenticato, Gabriele Buccola. Mi permetta anche di confessarLe che il mio interesse per i cronoscopi nacque proprio dai Suoi cenni alle soluzioni tecniche per le sincronizzazioni degli stimoli ideate dal grande alienista siciliano.

La ringrazio e La ossequio. Andrea Gaeta

 

Intervento di Gaeta (22.4.05):

In data 16.3.05 il prof. Dazzi mi scriveva, cortesemente, che dopo aver fatto qualche tentativo per venirmi incontro non sapeva “come uscirne”. Ritenendo interlocutoria tale risposta allora non l’ho resa  pubblica. Dato che invece si è rivelata definitiva, lo faccio adesso.

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