72 – Il trasmettitore Buccola

 

     

 

Dei contributi di Gabriele Buccola alla telegrafia ho accennato nel mio lavoro sul cronoscopio di Hipp dove è pubblicata la foto, risalente a fine ’800, di cui qui riproduco il particolare del “trasmettitore psicometrico di Buccola”.

A sinistra vediamo il disegno originale di quest’apparato, che serviva a misure dei tempi di reazione (per esempio agli stimoli ottici ottenuti con tubi Geissler alimentati dalla macchina elettrostatica ben visibile al centro della foto); mentre a destra si vede il cronoscopio di Hipp, il “ricevitore”, per così dire, del sistema.

Il laboratorio di psicologia sperimentale impiantato dal Buccola nel 1879 nell’Istituto San Lazzaro di Reggio Emilia funzionò solo pochi anni. Ridotto per qualche decennio a museo, fu poi soppresso o smembrato e dell’apparecchio di Buccola si sono perse le tracce.

Da un paio d’anni ho pregato alcuni studiosi (Cimino, Dazzi, Luccio, Sinatra, Pini, Lanzoni, Babini e altri) di segnalarmi eventuali istituzioni (università di Modena?) dove poter ricercare questo cimelio, ma finora senza esito. Non credo che si possa esser volatilizzato o che possa esser finito sul fuoco, con un po’ di pazienza e anche fortuna si dovrebbe rintracciare!

 

Intervento di Degni (24.9.04):

Caro dott. Gaeta, qualche anno fa ho avuto modo di consultare alcuni documenti d'archivio presso quella che fu la sede del Laboratorio di psicologia reggiano ma tale lavoro non mi ha consentito di giungere ad alcuna conclusione relativa al destino dell'apparecchio trasmettitore ideato e costruito da Buccola. Le uniche cose che sono in grado di dirle sono le seguenti:

- lo strumento è nominato  l'ultima volta in un inventario purtroppo non datato ma presumibilmente compilato tra il 1907 e il 1909 (ciò farebbe supporre che Buccola non avesse portato con sé lo strumento a Torino)

- l'apparecchio non compare tra gli strumenti del laboratorio di psicologia riconsegnati alla R. Università di Modena nel 1908.

Cordiali saluti. Silvia Degni

 

Intervento di Gaeta (24.9.04):

Cara Degni, grazie delle notizie. Mi accorgo che è documentatissima (contrariamente a quello che avevo creduto o mi era stato fatto credere!) e sono ansioso di leggere il suo contributo. Probabilmente Lei non sa che per Buccola io ho una venerazione viscerale e che a lui debbo i miei recenti (e primi) risultati di telegrafia (vedi Telegrafia e Lingua). Per questo vorrei, anzi ho necessità di leggere anche il suo lavoro. Credo che gli atti di Urbino non siano (ancora?) stati pubblicati, quindi è probabile che il suo studio figuri da qualche altra parte. Vuole essere così gentile da segnalarmelo?

Grazie. Cordialmente. Andrea Gaeta

P.S. – Mi prendo la libertà di inserirla nella mailing list delle mie Morse News. Se crede però posso tranquillamente cancellarla.

 

Intervento di Gaeta (18.12.04):

Cara Degni, la lettura della Sua eccellente tesi di laurea Gli studi di psicologia scientifica nell’istituto psichiatrico San Lazzaro, che lei e il relatore Lombardo mi avete gentilmente consentito in data 14.12.04, è stata molto utile, oltre che per le considerazioni di cui alla Morse News 100, anche perché ha richiamato la mia attenzione su due lavori che conoscevo, ma senza aver mai letto: H. Obersteiner, Experimental researches on attention, Brain, Journal of neurology, 1879; e E. Billod, Les aliénés en Italie, Paris 1884.

Il Billod, in particolare, fornisce forse una traccia per ricostruire le vicissitudini del “trasmettitore Buccola”. Elencando gli strumenti del S. Lazzaro scrive testualmente: Appareils psychométrique, transmetteur. Ora mi pare (non ho fotocopie ma solo una mia vecchia trascrizione) che il Grasselli, che come lei ben sa nel suo lavoro del 1897 “L’ospedale di S. Lazzaro presso Reggio nell’Emilia” cita il Billod, riporta però: Appareil psychométrique transmetteur, avallando la traduzione corrente (attestata da allora negli inventari) “Apparecchio psicometrico trasmettitore” invece di “Apparecchi psicometrico, trasmettitore”, cioè un modo sbrigativo per dire “Apparecchio psicometrico e apparecchio trasmettitore”. In altre parole Billod intende probabilmente e genericamente riferirsi a qualche “congegno psicometrico” (non quello di Buccola) e a qualche “tasto telegrafico”, il quale ultimo a quei tempi, specialmente in Francia, era chiamato “congegno trasmettitore” o semplicemente “trasmettitore” ed era certamente presente in tutti i laboratori scientifici (vedi anche Morse News 98).

A riprova si pensi che Buccola, anche se a Torino per i suoi nuovi strumenti si affiderà alla perizia del meccanico Corino, molto verosimilmente si portò appresso il suo “trasmettitore psicometrico” (costruito, a Reggio Emilia, dal Manuelli) perchè tale congegno è descritto anche nel suo lavoro “Studi di psicologia sperimentale”, datato Torino, giugno 1881 ed edito nella torinese Rivista di filosofia scientifica.

Da quanto sopra discenderebbero due considerazioni non di poco conto:

1)    il disperso “trasmettitore Buccola” andrebbe cercato a Torino (e non a Reggio o a Modena);

2)    poiché tale “congegno psicometrico” non serve solo da trasmettitore (al cronoscopio-ricevitore di Hipp, vedi AG 12) ma anche da eccitatore dei vari stimoli (ottici, acustici, ecc.), una denominazione più appropriata potrebbe essere “tavolo di Buccola”, peraltro usata a p. 95 del volume “Il cerchio del contagio” edito in occasione della mostra storiografica della psichiatria, Reggio Emilia 1980. Tanto più che lo stesso Buccola, nel lavoro citato, lo chiama semplicemente “apparecchio di legno che serve alla produzione degli eccitamenti ed offre le vie di passaggio alla elettricità”.

 

Intervento di Gaeta (18.5.05):

Nel Manuale di semejotica delle malattie mentali di Enrico Morselli vi sono vari disegni del “tavolo psicometrico di Buccola” denominato anche “tavolo di Buccola” (Vol. II, p. 742-748). Non viene usata l’espressione “trasmettitore”.

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