DA 25 – Hobby e Ricerca (18.5.2013)

        

“Was ist Erfinden? Es ist der Abschluss des Gesuchten” (Goethe)

(Che cos’è l’invenzione? È la conclusione di ciò che si cerca)

Mio malgrado devo tornare al tema della News precedente perché la differenza tra “dilettanti” e “lavoratori” della scienza non è stata capita ed è anzi risultata indigesta, in particolare, ai miei concittadini Enzo Giunta e Aldo Bacino. Il primo mi accusa di ritenermi depositario della verità assoluta e di mirare al “consenso” a tutti i costi; il secondo, con parole di fuoco, rincara la dose dichiarando di aver finalmente “capito” perché io sono inviso ai termitani. Sulle pagine facebook ho ringraziato questi amici di aver invece fatto finalmente capire “a me” i motivi del livore nei miei confronti, qui aggiungo solo qualche considerazione di carattere più generale sulla differenza tra Hobby e Ricerca.

Reuleaux cita, nell’introduzione del primo volume (1875) della sua Cinematica, il precitato aforisma di Goethe, al quale egli informa, credo di aver capito e di poter dire, tutta la dottrina dello “Zwanglauf”, ovvero della “chiusura” di forza (vedi RE 55  La forza conclusa) e del quale io, più modestamente e più semplicemente, mi servirò per cercare di far capire la differenza, a volte molto sottile e sfuggente, tra il “diletto” e il “sudore” scientifico.

Consideriamo le due immagini di questa News: quella a sinistra è un’antica e bellissima stampa del castello di Termini che campeggia, mi hanno detto, nello studio di un noto medico termitano, quella a destra è la “preziosissima” e altrettanto bella mappa di Daidone (o di Berlino) che si trova affissa nel mio studio e che io ho regalato ai termitani, in anteprima il 14.3.2009 (vedi in calce la lettera di accompagnamento, postata anche su facebook il 12.5.2013) e poi formalmente il 7.4.2009 (vedi in calce la lettera di accompagnamento e AG 28La città sbancata, Roma 2009). Ebbene, anche se dal punto di vista estetico le due “stampe” si equivalgono, esse differiscono nettamente nella loro funzione: la prima appaga il senso del bello di chi la vede o del suo proprietario, che può essere un collezionista, un mercante d’arte, un bibliofilo raffinatissimo o persino un maniacale grafomane, in una parola un hobbista; la seconda è invece un indispensabile strumento di lavoro del ricercatore – di professione o solo appassionato, come chi scrive – che la consulta e la “notomizza” in continuazione per trovare, scoprire o “inventare”, nel senso goethiano-reuleauxiano, qualcosa di utile e di nuovo (in soldoni: qualcosa che prima non si conosceva).

Ecco spiegato, credo e soprattutto spero, l’atteggiamento ostile dei miei concittadini, soprattutto di quelli più colti (Giunta, Bacino, Burrafato, Di Garbo, Contino, ecc.): equiparando i miei interessi di inventore (sia pure incompreso) e di ricercatore (con all’attivo decine di “scoperte” termitane) ai loro interessi, lodevolissimi ma in genere semplicemente “culturali”, non si capacitano della mia “pretesa” di essere “riconosciuto” o “ripagato” di tutto ciò che ho fatto o dato per Termini! Le mie News infatti non sono semplici passatempi, ma una “merce” che conservando il suo altissimo valore pur “svenduta” nelle gratuite condivisioni “facebookoniane” o internettiane “deve” essere remunerata, non tanto in euro ma col “rispetto”.

Le mie continue, e forse malcelate, lamentele per questo stato di cose mi fanno apparire superbo e presuntuoso agli occhi dei termitani che non conoscono né me, né il mio lavoro, né i miei “risultati” (Abschluss, conclusioni) e di conseguenza mi sono ostili (invece di “apprezzarmi” mi “disprezzano”) e, contrariamente alle dichiarazioni degli amici Enzo o Aldo da cui abbiamo preso le mosse, “non capiscono” che il subdolo equivoco o circolo vizioso nasce semplicemente perché si scambia la causa con l’effetto.

 

  

 

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