DA 24 – Houel: accreditato o screditato? (9.5.2013)

          

“Se Giuseppe Navarra ha registrato fedelmente ciò che per tutto il '900, e con acume finissimo, ha saputo leggere dell’anima della città, e può quindi essere considerato il “fonoreporter” di Termini, a Jean Houel (1753 – 1813), il celebre pittore francese innamorato della Sicilia, che visitò per molti anni e riprese in centinaia di incisioni o di acquerelli, spetterebbe di diritto il titolo di “fotoreporter” di Termini. Houel, architetto di formazione e cronista “senza pregiudizi classicistici” – come ben sottolineato da Leonardo Sciascia o da Oscar Belvedere – è un “tecnico” che misura e rileva piante (ad esempio quella dei nostri “Bagni vecchi”), e soprattutto, che correda le sue splendide e realistiche vedute (alla nostra città ne dedicò una decina) di “schede” di vero e proprio giornalismo scientifico” (Andrea Gaeta, La città sbancata, AG 28, Roma 2009, p. 28).

Con questa “instant-News” intendo ribattere alle considerazioni …sconsiderate su Houel che i “dilettanti” storici termitani Giunta e Bacino hanno postato su Facebook (Gruppo Belvedere) a commento della scheda precedente e, indirettamente, voglio anche rintuzzare i “commenti” altrettanto vacui con cui i miei concittadini, da oltre quattro anni, hanno accolto (quando non li hanno ignorati, derisi o usurpati!) la cinquantina di “densissimi” e “sudatissimi” miei contributi scientifici imeresi, commenti che si riassumono tutti nel giudizio del compianto Agostino Navarra: “Andrea, tu stai a Roma e non puoi saperlo, ma quello che hai scritto ci era già noto!

Dico subito, e a chiare lettere, che queste “uscite” o i “silenzi” offensivi nei miei riguardi li ritengo in buona fede perché siete voi, termitani, a non sapere non tanto come si lavora a Roma, ma come io da venti anni, a tempo pieno, lavoro a Roma (e provincia), girando per biblioteche e formandomi, in particolare, una cultura unica – lo dico senza tema di smentite e sapendo che riuscirò arrogante – su Termini Imerese. Nel mio caso c’è certo la passione, ma c’è anche il sudore (amo dire che le mie ricerche le faccio coi “piedi”, tanto giro finché non trovo la citazione, la traduzione o l’edizione originale che cerco!) e soprattutto la tecnica, il come si fa la vera ricerca scientifica, mestiere che ho imparato grazie a Mario Lucidi e Gabriele Buccola, scienziati autentici e di prima grandezza, anzi veri geni incompresi (dirò meglio: ignorati e messi al bando). I miei risultati li presento in una veste grafica povera (Gli Atomi) e questo contribuisce a svilirli ed affossarli; inoltre, essendo ultimamente diffusi anche su Facebook, appaiono di dominio pubblico e quindi liberamente saccheggiabili! In realtà ogni riga che ho scritto sulla mia città, si badi bene, non solo è completamente inedita, ma l’ho scritta proprio “perché non si sapeva! Solo che scatta un perverso meccanismo inconscio per cui “a posteriori” i miei scritti, grazie alla loro chiarezza, appaiono “ovvi”, come se già si sapessero: sfido qualsiasi storico termitano a trovare un riscontro scritto antecedente ad una qualsiasi delle mie affermazioni!

Torniamo ora a Houel (ritratto a sinistra) e al suo “Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malta et de Lipari” (1782 – 1787), opera monumentale in 4 enormi e pesantissimi volumi di cui i termitani, Giunta e Bacini in testa, conoscono qualche agile stampa, ma che il sottoscritto ha a suo tempo compulsata, fotografata e studiata attentamente e per una settimana nei polverosi originali “sdivacàtigli” (scaritati con una “bravetta, vedi commento in rete e foto a destra) in qualche sala riservata di biblioteca romana (voglio ricordare, per la cronaca, anche altri tre mastodontici e “regali” volumi trilingui sul Prosciugamento del Fucino, ancora più pesanti e interessanti – una trentina di Kg di scienza – di quelli dell’Houel).

Come ho riportato all’inizio di questa scheda per me Houel non è un semplice “artista”, ma uno scienziato a tutto tondo che ha reso un impagabile servizio alla Sicilia e, per quanto riguarda Termini, ci ha aperto gli occhi non solo sulle terme, ma anche sugli impianti idraulici dell’acquedotto Cornelio alla villa Palmeri. La meritatissima fama di cui fortunatamente gode non si può screditare con i “distinguo” dei citati amici Enzo e Aldo (ottimo come pittore, pessimo come cronista) che sono dettati da campanilismo cieco e del tutto fuori luogo. Se ho riportato il passaggio “scomodo” sui termitani è proprio perché “non si conosceva” ed è quindi corretto, anzi “scientifico” farlo conoscere. Per la “dabbenaggine” dei termitani, alle considerazioni “statistiche” da me postate sulle pagine Facebook, voglio aggiungere che decenni fa una mia carissima zia voleva assolutamente comprati a Roma i biglietti della lotteria perché sicura di aumentare le probabilità di vincita!

 

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