RE 37 – Il rigging di Agatino (1.2.2012)

Descrizione: C:\Users\Andrea\Desktop\compo2.jpgDescrizione: C:\Users\Andrea\Desktop\Concorde_Obelix 6.jpg

                                Deposizione dell’obelisco a Luxor                                                                                             Erezione dell’obelisco a Parigi

 

 

Ho letto recentemente in rete, e con vivo compiacimento, un documentatissimo articolo, estratto da Sicilia Tempo, luglio 2010, di Giuseppe Longo (un autore spero termitano) sul “meraviglioso” ponte di Termini – costruito nel 1723 e a tempo di record: 70 giorni – e sul costruttore, lo “scienziato” e il “genialeAgatino Daidone (vedi CA 19). Anche in questo caso, come già, ad esempio, per il monumento a Beccaria (vedi CA 15), mi lusingo di credere che i miei spunti e i miei voti non sono rimasti sterili e, soprattutto, che i termitani abbiano letto e apprezzato l’articolo quanto me. Dalle acutissime osservazioni che Longo fa sui rapporti tra musica e architettura in Daidone sembrerebbe che egli abbia addirittura rintracciato quel disegno del “dormiente” invano da me cercato da un paio d’anni (vedi CA 16).

Nello studio di Longo, come del resto in quegli altri sul Daidone che timidamente cominciano finalmente ad uscire, non vi è menzione di un’altra impresa del Nostro additata nella sua biografia (purtroppo ancora inedita) scritta dal Giardina, e cioè di aver spostato o progettato di spostare di 10 metri, in una delle più antiche città di Sicilia (Piazza Armerina?), un campanile gotico di 30 metri, con tutte le sue fondamenta! Probabilmente la cosa appare una “bufala” e viene sottaciuta per la sua inverosimiglianza, eppure la storia è piena di “prodigi” ben maggiori di questo, come ad esempio i trasporti “angelici” di “Porziuncole” (o intere chiese!) o l’erezione dell’obelisco di piazza S. Pietro alla fine del ‘500. Basta leggere, in rete, la “Trasportatione dell’obelisco vaticanoad opera dell’architetto Fontana o semplicemente ammirare i dettagliatissimi disegni (obelischi e cappelle imbracati, argani azionati da innumerevoli schiavi e cavalli, “acqua alle corde!”, ecc.) di questo grandioso e celebre “rigging” di mezzo millennio fa.

Le impalcature e il dispiegamento di forze del Fontanaosserva acutamente Reuleaux nel Lehrbuch der Kinematik del 1900 (vedi RE 22) – ricalcavano essenzialmente quelli degli egiziani (costruzioni delle piramidi, trasporto su rulli e su sabbia di statue colossali, ecc.), al massimo con “traglie” (cioè taglie – vedi RE 35) più sofisticate, perché munite di ruote (carrucole) per diminuire gli attriti. Invece il drastico passaggio da questa tecnologia “naturistica” a quella scientifica o “manganistica” si deve individuare nel “rigging” (deposizione, trasporto marittimo-fluviale e innalzamento) di un altro celebre obelisco, quello trasferito dall’architetto Mimerel da Luxor in Egitto a Parigi.

Dalle immagini presentate, rispettivamente da Reuleaux (p. 207 – 209) e dal basamento dell’obelisco a Place de la Concorde (vedi in rete), si può evincere che non si tratta di empirici sistemi a “chiusura di forza”, ma di operazioni veramente “cinematiche” (meglio ancora: cinetiche), predeterminate e affidabilissime. Basti pensare che Mimerel, grazie al pontone ED (o “Derrick” – vedi RE 32) perfettamente calcolato e “vincolato” (Zwanglauf) secondo l’annesso schema cinematico, riuscì in poco tempo e con pochissimi uomini in un’operazione analoga a quella che a Fontana, tre secoli prima, era costata enormemente di più.

Reuleaux aggiunge, e lo riporto perché istruttivo, che lui da giovane erigeva ciminiere col metodo Mimerel, mentre io mi prendo la libertà di supporre che imprese o “rigging” simili ebbe a compierle anche il siciliano Agatino Daidone.

 

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