BE 5 – Omaggio a Gliozzi e Gherardi (5.1.2008)

       

[Gliozzi 1961]                                      [Gherardi 1842]

 

Nel settembre 2007 ero già beccariano convinto, specialmente dopo la lettura di [Gliozzi 1961], un lavoro che mi intrigava molto (…una ciliegia che non riuscivo a mangiare, per continuare la metafora della News precedente) e che ho trovato dopo molti stenti, come accennai a Guido Cimino in una mail del 22 settembre (vertente su un altro argomento, vedi BE 6):

Caro Prof. Cimino (Physis) e cari storici della scienza,

finalmente, grazie ai Suoi suggerimenti e ad una indicazione bibliografica più corretta [Tega 1969], ho trovato gli atti dell’ XI Congresso Internazionale di Storia della Scienza con l’articolo del Gliozzi sul Beccaria che da tempo cercavo e che è risultato più interessante del previsto. Come si vede dal frontespizio riportato è stato intitolato Symposium e non Congres, e da ciò è nata la difficoltà di reperimento. Inoltre, forse, è stato un congresso un po’ defilato e “anomalo”, non foss’altro perché presieduto da Vasco Ronchi.

L’articolo di Gliozzi rimandava a un’altra, ancora più succosa ciliegia, [Gherardi 1842], anch’essa di difficile reperibilità, che riuscii a trovare (al Museo dell’Arte Sanitaria del S. Spirito in Roma) ed “assaporare” solo l’8 ottobre. Entrambi questi articoli riguardavano l’edizione Patuzzi delle opere di Beccaria, su cui non posso che rimandare a “Beccaria vindicato”, il mio ultimo Atomo.

Sono stato anche tentato di mettere in rete, nella sezione Fonti on line del mio sito, questi due non lunghi lavori (circa 40 pagine in totale), ma non l’ho fatto per tre motivi: avrei dovuto dedicare almeno un giorno all’operazione, tecnicamente complessa; le pagine sono tutte imbrattate di mie sottolineature, evidenziazioni, appunti, ecc.; e, soprattutto, per non togliere, a chi fosse veramente interessato alla cosa, il piacere della ricerca e della scoperta personale*.

Silvestro Gherardi (1802-1879) nel Cajori è ricordato docente di meccanica e idraulica, autore fortunato di parecchi manoscritti di Galvani e “fior di galantuomo, matematico e fisico insigne”.

Su Mario Gliozzi (1899-1977) sappiamo di più: calabrese trapiantato a Torino, si laureò al Politecnico, si occupò di interlingua con Peano e di ricerche storiche.  Norberto Bobbio, nella prefazione della monumentale Storia della Fisica di Gliozzi, Torino 2005, scritta da Clara Silvia Roero, lo ricorda con queste parole:

Era uno dei più assidui frequentatori delle sale riservate della Biblioteca nazionale [di Torino] dove leggeva vecchi volumi di scienziati del Sei e del Settecento. Fra tanti storici, letterati e umanisti, questo scienziato che leggeva libri del passato era una figura singolare, la cui presenza era notata. Lo ricordo assorto nei suoi libroni, poco incline alle quattro chiacchiere in corridoio.

Nelle biobibliografie dei due autori qui elogiati non ci sono né [Gliozzi 1961] né [Gherardi 1842].

 

* Questi due scritti li ho messi in rete il 19.8.2008 (vedi FO 40 e FO 41)

 

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