RE
23 – La dignità della Scienza (13.11.2011)
Poiché non credo che molti abbiano avuto la voglia o la
possibilità di leggere le acutissime osservazioni di Reuleaux sull’attrito a cui rimandavo
nella RE 19 provo a
riassumerle in questa breve scheda.
Consideriamo, per fissare le idee, le cinghie di cuoio (corregge) e le pulegge della figura
centrale (da internet) – che a me
ricordano i molini e pastifici un tempo fiorentissimi
nella mia Termini. Quando una cinghia o correggia in veloce movimento viene spostata (vedi
figura a destra – n. 861 del Costructeur) su una
puleggia ferma essa inizialmente ci slitta sopra, ma a poco a poco le comunica
il suo movimento. Ebbene, la forza trainante o motrice che porta la puleggia
dalla velocità nulla a quella di regime è l’attrito.
L’attrito oppone sì resistenza al movimento della correggia, ma al contempo accelera il
movimento della puleggia. Come hanno provato, per esempio, le esperienze di Ferdinand Hirn
e di Quintino Sella, l’attrito non
costituisce (solo) una perdita di
energia, ma genera (anche) forza
viva.
Queste verità, ben note ai meccanici e ai fisici illuminati,
sono di norma relegate, per probabile imbarazzo, nelle note dei
libri. Ma non sarebbe tempo, per la dignità della
scienza (Würde der Wissenschaft), di
farle uscire allo scoperto e collocarle nel testo?
Verrebbero in tal modo corrette le idee dominanti sull’attrito, inesatte sia in
linea pratica che in linea scientifica.
La figura di sinistra (n.
137 del Lehrbuch, vol. 2°) può dare un’idea
migliore del disegno di destra. Per evitare lo “scarrucolamento” questo “cambio
corsia” andava fatto sul ramo conduttore e non sul ramo
condotto (vedi RE 8).
La leggera convessità di queste pulegge per cinghie ha una
funzione analoga alla “gola” delle
pulegge per funi.