DA 30 – Il muro miracoloso (5.6.2013)

                  

“I muri con cui erano costruite le vecchie case che davano sulla via Mulè … erano muri di “petri e taju”, essendo “u taju”, nella lingua siciliana, la terra inumidita, il fango” (vedi DA 26“Il segreto dell’erborista” e il libro ivi citato, p. 37)

I documenti, noti e ignoti, finora raccolti sulla Parrocchia della Consolazione di Termini Bassa (foto a sinistra) mi inducono ad avanzare diverse “ipotesi” tra le quali la funzione del grande arco “di sguincio” sul retro dell’abside del Santuario (foto a destra, favoritami da Giuseppe Saverino).

L’ing. Catanzaro pensa che possa essere servito a sgravare la porzione del muro sottostante contenente l’affresco della Madonna miracolosa (grosso modo nel retro del rettangolo rosso) durante le operazioni di rivolgimento – di 180°, si badi – della predetta icona che precedentemente, ai tempi dell’erborista, dava sulla via Mulè. Io, ripeto, “suppongo” invece che questo arco, e soprattutto la parete che sottende, sia una “edicola” votiva, anche se vuota, a ricordo del prodigio della pesantissima porzione di muro friabile rovinata a terra da due metri di altezza rimanendo perfettamente integra assieme al miracoloso dipinto che conteneva.

Nell’acclarata quadrisecolare tradizione mariana termitana vi sono non poche incongruenze, a cominciare dal predetto rivoltamento dell’icona (avvenuto nel 1591), che sembrerebbe coronato da successo (perché la madonna non è più fuori ma dentro la chiesa!), ma anche contemporaneamente da insuccesso (perché le funi dell’imbragatura si spezzarono e il quadro tornò al suo posto!).

La mia opinione “attuale” è che la rotazione dell’icona sia potuta essere di soli 90°, ma non ho ancora sufficienti elementi per scrivere qualcosa di più definitivo sulla storia e soprattutto sulla “topografia” della chiesa (transetto, via Salia, ecc.) e della piazza-mercato (Botteghelle, “strada verdura” ante litteram) su cui si affacciava.

 

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