RE 8 – Conduttori e condotti (23.9.2011)

                   

 

 

Quarant’anni fa, per conseguire l’abilitazione all’insegnamento di Elettrotecnica e Misure Elettriche, presentai una tesina sul calcolo meccanico delle linee elettriche aeree, appoggiandomi principalmente, se non ricordo male, a un pregevole testo di Noverino Faletti, professore all’Università di Palermo. Forse, chissà, quella mia scelta fu foriera dei miei successivi interessi di telegrafia “coi fili” (vedi AG 31Morse News), di certo però mi è stata utilissima per le attuali ricerche sulla Telodinamica di Hirn e, soprattutto, su quella di Reuleaux.

Come già da me sottolineato con enfasi (vedi ME 34Il capello di Hirn) si tratta di un tema del tutto ignorato non solo dalla Storia della Scienza, ma dalla Scienza stessa (almeno qui da noi), anche se alcuni “veri” scienziati, come Angelo Vescovali (vedi PO 34), Galileo Ferraris (foto a sinistra) o Riccardo Arnò (foto a destra) se ne sono occupati a fondo. Il primo ne vagheggiò l’applicazione alla cascata delle Marmore e al fiume Liri (per portare energia motrice, ad esempio, ai lanifici di Arpino); il secondo si formò sul grandioso impianto telodinamico delle cascate di Sciaffusa e dalla “trasmissione” (ma sarebbe più corretto parlare di “trasferimento”) “meccanica” della “forza” a distanza seppe genialmente passare alla sua trasmissione “elettrica” (si noti che fino ad un secolo fa non si diceva, come oggi, “trasmissione dell’energia elettrica”, ma, più correttamente, “trasmissione elettrica dell’energia); al terzo, discepolo del Ferraris, si debbono parecchi brevetti elettrici e molti scritti tecnici, come la sua ultima “lectio magistralis” (raccolta stenograficamente) del 1927 che, per la sua importanza circa la telodinamica, riporto integralmente in questo sito (vedi FO 50, con l’avvertenza e la speranza che i pregiudizi antifascisti, o di qualsiasi altra natura, non facciano ancora velo alla vera e sana dottrina - o accechino del tutto!).

Anche su internet si trova ben poco sulla telodinamica: un pannello del Politecnico di Torino, forse sulla Fabbrica d’armi di Valdocco (vedi sopra, non si riesce a leggere…), le notizie su Facebook dell’amico Simone Fagioli (a cui devo alcuni scritti originali di Hirn) sul vecchio impianto di Mammiano e quelle, un po’ più approfondite, sulla grande “Ruota” del lanificio Zignone di Borgosesia (vedi foto, con mie aggiunte).

Non è questa la sede per entrare nei dettagli tecnici della telodinamica. Per il momento basterà far notare l’esiguità del cavo di acciaio (1 cm di diametro) rispetto alle mastodontiche pulegge (motrici, portanti, guida, ecc.); la differenza di tensione (“freccia”) tra il ramo conduttore e quello condotto, in genere quello superiore (mentre, ad esempio, nella catena della bicicletta è quello inferiore); e, soprattutto, che il sistema telodinamico genialmente concepito da Reuleaux non è per così dire “in parallelo” come quello di Hirn, ma “ad anello”, in pratica senza circuito di ritorno.

 

indietro indice avanti