88 – Il rastrello di Hipp

   

 

All’inventiva di Matthias Hipp, costruttore di apparati telegrafici di Neuchâtel (già orologiaio a Reutlingen) ben noto ai lettori di queste News, si deve anche un dispositivo abbastanza curioso e interessante.

I primi telegrafi Morse, come si sa, scrivevano o meglio incidevano sulla “zona” di carta con un semplice stilo di acciaio (punta secca) e per questa operazione era quindi richiesta una certa forza, ottenuta non dalla batteria di linea, ma da una batteria “locale” per il tramite di un robusto relè.

Per certi impieghi particolari, come telegrafi militari da campo o ferroviari, si richiedevano apparati leggeri e compatti e Hipp riuscì a eliminare sia il relè che la batteria locale prendendo l’energia necessaria ad azionare lo stilo dalla stessa forza motrice dell’orologeria (clockwork) del telegrafo. Questo risultato lo raggiunse con la sorta di “relè meccanico” qui presentato: tra la leva Morse (azionata dall’elettromagnete con le correnti inviate sulla linea) e lo stilo si trova un “rastrello” (râteau) a due pettini che possono ingranare nella ruota dentata superiore o in quella inferiore, a seconda della presenza o meno di segnale.

Sarebbe fuori luogo entrare nei dettagli, anche perché il funzionamento del sistema non mi è del tutto chiaro. Ho consultato qualche testo (Gavarret, Annales telegraphiques, Du Moncel, De la Rive, ecc.) ma forse solo l’ispezione diretta degli ingranaggi e del meccanismo potrebbe chiarire, o chiarirmi, i punti oscuri. Lancio quindi un appello a chi avesse la possibilità di esaminare o farmi esaminare (e chissà …di provare) direttamente sul “campo” tale telegrafo da “campo” di Hipp.

 

Intervento di Gaeta (3.1.05):

A. De La Rive, nel suo Traitè d’électricité, III, 1858, p. 408, aggiunge che Hipp, dopo una sperimentazione  di due anni nelle reti telegrafiche svizzere, ritiene che questo sistema ha anche il vantaggio di avere, per l’impressione dei segni telegrafici, un movimento perfettamente regolare indipendente dalla destrezza (adresse) dell’impiegato e una velocità dipendente solo dalla volontà del costruttore.

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