77 – L’internet vittoriano

 

Riporto la bella recensione di F. Martino dello splendido “The Victorian internet”, il famoso libro di Tom Standage (London, 1998) che dovrebbe essere tradotto e divulgato anche in Italia.

 

“Nel secolo XIX non c’era il telefono, né aeroplani, né computer o navicelle spaziali; non c’erano nemmeno antibiotici, carte di credito o compact disc. C’era però un Internet.”

Con queste parole si apre “The Victorian Internet. La straordinaria storia del telegrafo e dei pionieri online del XIX secolo”. La tesi del libro, sviluppata attraverso una ricostruzione accurata degli avvenimenti storici e una scrittura divertente e scorrevole, è che il vero predecessore dell’Internet è lo spartano e spesso dimenticato telegrafo.

Le vicende che hanno accompagnato le due invenzioni, rileva l’autore, presentano straordinari caratteri di somiglianza: per due volte il mondo si è trovato di fronte ad una tecnologia che ha rivoluzionato le comunicazioni a livello planetario, modificando i concetti di tempo e di spazio; che ha cambiato il modo di condurre gli affari, le operazioni militari, i contatti amorosi clandestini; che ha creato professioni completamente nuove, una comunità e un linguaggio particolare di simboli e abbreviazioni; che ha stimolato le più nobili speranze in un mondo migliore e ha prestato il fianco agli usi criminali più abietti. E così via. Il libro inizia con l’affascinante racconto di come si è arrivati all’invenzione del telegrafo, a partire dai suoi predecessori settecenteschi, come per esempio il telegrafo ottico di Claude Chappe, ai primi tentativi di sfruttare la trasmissione dell’elettricità. Si arriva poi alla contemporanea invenzione del telegrafo elettrico da parte di Samuel Morse negli Stati Uniti e di William Cooke e Charles Wheatstone in Gran Bretagna, e alle incredibili difficoltà che hanno incontrato per far comprendere alle istituzioni e all’industria la portata della loro scoperta. E forse questi esordi sofferti e pionieristici sono una delle differenze più grosse tra la storia del telegrafo e quella dell’Internet.

In comune invece hanno uno sviluppo esplosivo, talmente veloce che nessuno sembra in grado di controllarlo, né di fornire cifre esatte del fenomeno. Così come è simile la “crisi di crescita” che a questo sviluppo è seguita: la congestione delle linee, soprattutto dei nodi principali, che porta ad un disagio enorme, tanto più grande quanto consolidata era ormai la fiducia nella velocità e nell’affidabilità del nuovo mezzo.

Non mancano infine le leggende urbane che hanno accompagnato la diffusione del telegrafo: dalle mamme che pretendevano di inviare manicaretti ai figli lontani, a chi sosteneva di poter ascoltare i messaggi mentre passavano attraverso i fili. Atteggiamenti semi-magici non molto diversi da quelli che hanno accompagnato l’icona della modernità dei giorni nostri: l’Internet.

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