65 – La canzone del Morse

 

 

 

Caro Bertinetto, richiamo l’attenzione Sua e di tutti i fonetisti su questa magnifica pagina, che devo alla cortesia di Giorgio Spellucci e che testualmente trascrivo.

 

 

Il “CW” come una musica

 

Il primo consiglio da dare a chi si avvicina al CW (continuous wave, nome tecnico della radiotelegrafia) è di evitare in ogni modo di imparare a memoria l’alfabeto in codice così come abitualmente scritto, cioè con i punti e le linee!! Sarebbe fatale! Si tratta della strada sbagliata che costringe in seguito l’allievo a fatiche molto gravose e che è improbabile si concluda con la nascita di un nuovo telegrafista! La telegrafia va appresa in senso musicale! Agli sfortunati che avessero imparato con il sistema dei punti e delle linee toccherebbe, in fase di ascolto, un doppio passaggio, faticosissimo: dal segnale musicale alla immagine visiva (di linee e punti) per poi contare mentalmente linee e punti fino ad arrivare ad identificare la lettera ricevuta.

TUTTO QUESTO VA EVITATO!!

Non pensate a punti e linee, incominciate a vedere fin dall’inizio il “CW” come una musica, una nenia che va cantata col sistema dei

TI e dei TA

Va detto infatti che punti e linee, benché prodotti dalla stessa sorgente, vengono percepiti come due toni diversi: la linea, essendo più lunga, dà l’impressione di avere un tono più grave; i due suoni possono essere “TI” per i punti e “TA” per le linee, con l’accento sulla “A” che va caricata e prolungata.

 

A = TI-TA     /    N = TA-TI

 

Entrare in questa mentalità è uno scoglio non facile da superare: nello studio del “CW” è questa la più grande difficoltà. Nei primi tempi è bene che l’allievo ripeta ad alta voce i segnali “MORSE”, sia durante l’ascolto delle cassette, sia durante le esercitazioni di trasmissione con il tasto.

Ogni segnale MORSE (lettera o numero) è costituito da un insieme di punti e di linee; esistono segnali brevi e segnali più lunghi e complessi, ma, con il sistema musicale, quello che ci interessa è la figura musicale di insieme del segnale, il suo suono caratteristico, quel motivo, quella musichetta che è ben distinguibile da segnale a segnale. Nello studio del “Morse” le maggiori difficoltà nascono proprio dall’ascolto; il riconoscimento del segnale trasmesso deve essere rapido, il suo suono deve risultare così familiare da non richiedere riflessioni o ripensamenti, l’identificazione deve essere immediata, senza sforzo.

Imparare il “MORSE” vuol dire - programmarsi - per decifrare automaticamente il codice “MORSE”. È come imparare una lingua… Con il tempo ogni lettera o numero sarà per voi come una musichetta estremamente nota; lo saranno intere parole o frasi; le riconoscerete al volo, così come ognuno di noi, da poche note, riconosce una canzone.

Il miglior consiglio è di dedicare un lungo periodo di tempo (circa un mese) a questo iniziale grande impegno, che permette di partire con il piede giusto! Ecco la ricetta:

“Ogni giorno, per almeno tre, quattro periodi di studio, dieci minuti ogni volta, dedicati a questo primo fondamentale esercizio di “musicalizzazione” del cw, di cantare il morse lavorando su poche lettere di media difficoltà”

Non demoralizzatevi, sarà un duro sacrificio, è stato così per tutti noi!

Non c’è altra via!!!

 

Buon lavoro !!!

Sezione “A.R.I.” – Foligno

 

Indietro