49 – Il metodo Poggi e Cavallero

 

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Introduzione

Le esigenze moderne, ponendo in valore le singole energie per un fine unico di Civiltà e di Progresso, hanno stimolato le ricerche per accelerare, rendere intensiva la corrispondenza e per abbreviare le distanze con sistemi di scrittura che raggiungano la velocità della parola.

Le scoperte scientifiche, le grandi invenzioni del secolo XIX, hanno conferito autorità di scienza alle applicazioni pratiche dei vari sistemi, ed al presente; mentre la Stenografia può definirsi – auspice il De Martinola scrittura dell’avvenire, la Telegrafia e la Radiotelegrafia occupano un posto eminente tra le più geniali applicazioni della scienza a profitto del Commercio e dell’Industria.

La scuola è chiamata a disciplinare i mezzi necessari per la formazione di una schiera dei novissimi Pionieri della Civiltà; uscite dall’infanzia, cessate le prime incertezze, la telegrafia e la radiotelegrafia – nella parte teorica – si librano ormai sicure negli spazi infiniti: se il problema scientifico non è totalmente risolto per quest’ultima, possiamo dire però che ben poco cammino si dovrà ancora percorrere verso una più radiosa meta. Non si può dire altrettanto per la parte pratica, indispensabile per formare legioni e legioni di valenti operatori; infatti, mentre molto si è fatto per le discipline pratiche applicate ai sistemi di telegrafia celere Hughes e Baudot (vedi i pregevoli Metodi del Geronimi e del Poggi) non si è ancora raggiunta la perfezione nel sistema di insegnamento della telegrafia Morse e della radiotelegrafia, malgrado che eminenti personalità abbiano creato Metodi meritevoli di encomio.

Necessita infatti che l’allievo, fin da principio, conosca la posizione che meglio si addice, e che da essa non si diparta mai, nell’intento di acquistare una buona “impostazione”. È indispensabile che esso si abitui a scrivere ciò che sente o legge, senza preoccuparsi d’indovinare il significato della parola trasmessagli; la prevenzione, infatti, dà spesso luogo a gravi errori e conseguenti danni: infine l’allievo deve abituarsi a trasmettere con tutta sicurezza senza il sussidio del controllo della propria striscia, affinché possa raggiungere il massimo della velocità.

Il sistema mnemonico deve essere inoltre graduato e progressivo; analitico e non sintetico; per evitare confusione e inutile sforzo di mente. Le impressioni lasciano tracce più durevoli nella memoria quando si sovrappongono persistentemente le une sulle altre – gutta cavat lapidem – per cui una razionale persistenza sopra pochi segni (ai quali successivamente faranno seguito gli altri, uno alla volta), costringe l’apprendista a ricordare l’alfabeto senza studiarlo e senza cadere mai in equivoco.

Nel presente Metodo, tenuto conto delle necessità accennate, si sono ordinati gli esercizi in modo da facilitare lo studio, renderlo più attraente, evitare la stanchezza e persuadere l’allievo che le discipline consigliate sono il mezzo migliore per acquistare nel più breve tempo possibile:

precisione,  sicurezza  e  celerità.

Ogni lezione deve far progredire l’apprendista nelle tre caratteristiche sopra menzionate, e bisogna assolutamente che tanto la trasmissione quanto il ricevimento siano perfetti per ogni esercizio e per ogni lezione, prima di passar oltre, e fin da principio. Da un minimo di velocità iniziale si andrà gradatamente verso il massimo; la progressione non potrà mai compiersi a detrimento della precisione e della sicurezza; queste caratteristiche sono indispensabili, mentre la celerità ne è la necessaria conseguenza.

Si raccomanda dunque di seguire scrupolosamente il metodo, che ha già dato ottimi risultati; di nulla trascurare ed omettere, nella falsa lusinga di far più presto. Si è constatato che la mancanza di disciplina didattica, od una semplice inosservanza, ritarda sempre il compimento dello studio; talvolta l’allievo acquista tali difetti da compromettere seriamente il risultato. Vi sono stati perfino casi di giovani, mal guidati, che han dovuto rinunziare alla carriera vagheggiata, malgrado avessero di poi tentato di ricominciar da capo sotto la guida di Insegnanti più esperti e coscienziosi.

 

Determinanti del Metodo – Spiegazione degli esercizi

 

Posizione

Qualunque spreco di forza nuoce allo Studente, che deve saggiamente spendere la propria energia per averne il massimo frutto. Si consiglia dunque il ricevimento ad orecchio in luogo di quello a striscia – anche per la Morse – per una grande economia della facoltà visiva.

Nella trasmissione la posizione più conveniente è quella che riduce al minimo il numero di movimenti. Siccome non è indispensabile che il braccio, il gomito e l’avambraccio si muovano, la trasmissione dovrà effettuarsi per mezzo del movimento della mano destra: all’uopo si consiglia l’Allievo di appoggiare il gomito sull’estremità anteriore del tavolo e ivi riposarsi senza sforzo e contrazione di muscoli. Pertanto è necessario che il tasto sia collocato alla distanza di circa 25 cm dall’orlo del tavolo, di modo che l’Allievo – sedendo di fronte alla macchina – abbia il prolungamento della leva normale alla clavicola destra, e che il braccio formi con questa retta un angolo di circa 45° verso destra. La mano, cadendo sul pomo del tasto, lascerà uno spazio vuoto, tra il polso e il piano del tavolo, di circa quattro dita. Prima di mettersi a trasmettere, sarà utile che l’Allievo sciolga l’articolazione del polso, per rendere la mano morta (tensione negativa paragonabile per analogia a quella del corpo di un nuotatore che faccia il morto); il pomo del tasto va impugnato con tre dita: il pollice, che poggia leggermente sull’incavatura inferiore; l’indice e il medio, che cadono arcuati con leggero contatto sulla circonferenza superiore. La pressione delle dita deve essere tanto piccola da permettere che la leva del tasto torni a posto da sé negli intervalli di apertura del circuito; tenendo il dorso della mano volto verso destra (posizione di riposo) per abbassar la leva, e quindi chiudere il circuito, basterà volgere la mano verso sinistra (posizione di lavoro). Il movimento deve essere quindi oscillante da destra a sinistra – lavoro – e da destra a sinistra – riposo –. Bisogna assolutamente evitare di fare un movimento qualsiasi in senso verticale, che implicherebbe lo spostamento del gomito, nel mentre si avrà la massima cura di limitare gradatamente le oscillazioni, che – da principio molto ampie – a poco a poco, col graduale aumento di velocità, si ridurranno alla minima ampiezza.

Per ogni segnale – punto o linea – la mano fa i movimenti di andata e ritorno in esatta concordanza con quelli della leva del tasto, e l’Allievo conta mentalmente in cadenza il numero dei punti o delle linee che formano la lettera, mentre ha cura di astenersi dal trasmettere con velocità superiore a quella che l’esercizio fatto gli può consentire. La velocità si acquista soltanto con l’esercizio. Secondo il nostro metodo, la massima velocità (150-160 caratteri al minuto) si raggiunge in un periodo di circa sei mesi; quella di 100 in quattro, quella di 60 in due.

L’Allievo non deve controllare la propria trasmissione sulla striscia, finché non abbia almeno raggiunta la velocità di 60; altrimenti osservando l’eccessiva lunghezza dei segnali, sarebbe indotto ad affrettare la trasmissione. Siccome poi la lunghezza dei punti, delle linee e degli spazi dipende anche dalla velocità del meccanismo di orologeria della macchina scrivente, è chiaro che l’Allievo deve di null’altro preoccuparsi se non di mantenere costanti le relazioni tra questi tratti. La linea è lunga tre volte il punto. Lo spazio, tra segno e segno, un punto. Fra lettera e lettera, una linea. Fra parola e parola, due linee. Se tali rapporti sono scrupolosamente osservati, la trasmissione di un principiante, su di una macchina Morse poco celere, alla velocità di 40 caratteri/minuto, è identica a quella di un provetto trasmittente, sulla macchina Wheatstone a media velocità. Da ciò si deduce che necessita anzitutto la precisione, e non la velocità, come si voleva dimostrare.

 

Razionalità del Metodo

Chi si propone di raggiungere uno scopo, sintetizzato il compito da assolvere, deve frazionarlo; ordinata la divisione delle singole parti, deve analizzarle, una per una, esaurientemente. Non altrimenti un viaggiatore divide l’itinerario in tappe, e non pensa ad altro che a raggiungere la più vicina; superata la prima studierà il modo per raggiungere la seconda, e così via, finché giungerà alla meta quasi senza accorgersene. Se questo viaggiatore fosse invece continuamente assillato dal pensiero delle difficoltà, degli ostacoli, della lunghezza del viaggio, dei pericoli, ecc. non sarebbe certo incoraggiato ad intraprenderlo o proseguirlo e, probabilmente, ne smetterebbe l’idea.

L’attitudine, la diligenza, la costanza sono i requisiti necessari per ottenere risultati soddisfacenti in breve tempo; non bisogna deviare dal tracciato perché si rischierebbe di smarrire la strada, come avviene a colui che procede per sentieri traversi invece di seguire la strada maestra. Nessuna iniziativa personale deve dunque modificare l’ordine delle lezioni del Metodo come sono disposte.

 

Divisione del Metodo

Ricevimento

I radiotelegrafisti riceveranno anzitutto dalla scintilla, poi dalla cicale, da ultimo con la cuffia, con correnti di intensità decrescente fino all’estremo limite della percettibilità.

I Morsisti riceveranno dapprima a striscia (mnemonica) e quindi lo stesso esercizio ad orecchio. La prima percezione fonetica verrà acquisita per mezzo del tasto (dinamica fonetica di trasmissione), in seguito dal sounder, poi dalla Morse con campanella acustica e finalmente dalla Morse senza campanella; per ogni progressione si avrà sempre cura di sensibilizzare l’orecchio (super-fonetica) diminuendo l’intensità delle correnti e dei suoni.

Tanto per la Radio che per la telegrafia Morse, le esercitazioni non dovranno essere disturbate all’inizio da rumori estranei, mentre in seguito gli Allievi dovranno abituarsi gradatamente ad individualizzare il suono dei propri apparati da quello di altri congeneri, o di diversa natura, per cui man mano gli Studenti faranno passaggio in altri locali convenientemente preparati e da ultimo là dove esistono installazioni multiple, simili a quelle che esistono negli Uffici centrali dei telegrafi. È bene però evitare la mescolanza di apparecchi di telegrafia con quelli di radiotelegrafia; nella sala delle Morse avranno posto conveniente gli Allievi di Hughes e Baudot; in quella di radiotelegrafia potranno aver luogo contemporaneamente esercitazioni alla cicala, alla cuffia e quelle di Telegrafia ottica.

 

Trasmissione

L’esercizio di trasmissione è individuale e collettivo. Quando gli allievi hanno fatto abbastanza esercizio, ciascuno per suo conto, sopra un determinato studio, debbono ripetere lo stesso esercizio tutti insieme (didattica del ritmo), finché non si abbia l’impressione di una sola trasmissione.

Per raggiungere meglio lo scopo, i segnali dell’alfabeto Morse si sono raggruppati per ordine progressivo di formazione e non di alfabeto. Mentre ciò giova alla mnemonica, semplifica e rinforza la percezione ritmica; con tal mezzo si ottengono chiarezza e celerità.

Se la scrittura ordinaria potesse armonicamente accordarsi con quella telegrafica il ricevimento fonetico presenterebbe minori difficoltà; gli Americani hanno risolto il problema dattilografando il dispaccio direttamente all’arrivo.

 

Criteri didattici per la formazione del Metodo

Ogni lezione del presente volumetto è suddivisa in esercizi da eseguirsi sia trasmettendo che ricevendo.

Lo studio del ricevimento e della trasmissione si divide in tre parti distinte o periodi:

1.  periodo preparatorio, impostazione e studio dei segnali.

2.  applicazioni per lo studio della velocità.

3.  perfezionamento per la corrispondenza in linea.

Nel primo periodo trasmette l’istruttore al rispettivo gruppo di allievi; detto Insegnante assiste alla loro trasmissione, sia individuale che collettiva; verifica l’esattezza del ricevimento a striscia, e dispone quanto occorre perché la recezione fonetica abbia luogo con la massima regolarità. Sorveglia e osserva che tutti scrivano; si fa ripetere ogni parola trasmessa or dall’uno or dall’altro saltuariamente, per accertarsi che tutti prestino attenzione; nel caso di errori fa ripetere la parola trasmessa fintanto che l’allievo non è convinto dell’errore commesso.

Nel secondo periodo gli allievi alternano tra di loro ricevimento e trasmissione, essi formano vari gruppi, stabiliti dagli istruttori in base alle varie attitudini e al profitto di ciascuno. Gli insegnanti sorvegliano i vari gruppi, correggono, consigliano, distribuiscono il  lavoro, e procurano che l’esercitazione non riesca noiosa. Spostano elementi dall’uno all’altro gruppo in modo opportuno e conveniente a seconda dei casi, avendo sempre presente che il fine deve raggiungersi nel miglior modo e nel minor tempo possibile.

Nel terzo ed ultimo periodo gli allievi corrispondono fra loro e sbrigano la corrispondenza come se fossero in linea. L’istruttore avrà cura di spiegar loro le speciali norme che ne regolano lo svolgimento: il significato delle abbreviazioni di uso comune, le norme delle convenzioni internazionali, le tariffe, ecc. e darà una succinta spiegazione dei principali articoli della Guida Amministrativa, nell’intento che gli allievi diplomati dalla Scuola possano rendersi immediatamente utili ai servizi attivi telegrafici. Per i radiotelegrafisti gli istruttori daranno brevi cenni sulle segnalazioni del codice internazionale e sulla contabilità di bordo, spiegando loro il valore dei nominativi ed altre cose congeneri.

Alla fine di ogni mese gli istruttori sottoporranno gli allievi ad un esperimento di classifica per ordine di merito, siccome alle prove finali taluni soccombono per timidezza, gli esami mensili debbono essere fatti da apposite Commissioni composte di preferenza da personalità estranee alla scuola, in modo che gli esaminandi si familiarizzino con gli esperimenti, ed in conseguenza possano dar prova nei concorsi di tutta la loro abilità.

Abbiamo creduto opportuno spiegare e dimostrare tanto agli Allievi quanto agli insegnanti il nostro sistema, nell’intento di facilitare a tutti il rispettivo compito, e soprattutto, per raggiungere l’unità di insegnamento in tutte le scuole del Regno, con immenso profitto delle pubbliche Amministrazioni e delle Private compagnie.

Alfabeto in ordine mnemonico.

Zero abbreviato.

Ripetere gli esercizi finché i segni sono distinti e regolari.

Termini abbreviativi radiotelegrafici (una specie di codice Q)

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