110 – Tapping e Morse

In psicologia sperimentale da sempre, ma di più nell’800, dall’epoca di Buccola, si sono fatti studi sul tapping, cioè il battere un oggetto qualsiasi – bacchetta su un tamburo, stilo su una tavoletta, ecc. – per studiare le leggi della cadenza, della metrica e in generale dell’attitudine ritmica dei “soggetti” sottoposti ai test. Per la registrazione a volte si è fatto ricorso ad apparati particolari, ad esempio idonei a misurare la forza della battuta, ma in genere si sono utilizzati normali tasti telegrafici collegati ad una macchina Morse (a strisciolina di carta o “zona”) o a orologi-contatori come quello descritto nella Buccola News 12.

Ad un soggetto, per esemplificare, si poteva dare il “compito” di battere il più velocemente e regolarmente possibile cinque volte di seguito il tasto (tap-tap-tap-tap-tap), cioè la stessa operazione che un telegrafista americano compie per battere la lettera p o un telegrafista europeo per battere il numero 5 (ti-ti-ti-ti-ti). Considerato che, con ogni evidenza, i professionisti del tasto – non solo i telegrafisti, ma anche i pianisti, i dattilografi, ecc. – lo manipolano (nel fare una serie di punti) con un’elasticità (di polso) ben maggiore di quella della stragrande maggioranza delle persone, si pone il sottilissimo problema della vera differenza fisiofisica tra il tapping e il Morse.

I testi di telegrafia non aiutano perché dicono soltanto che il “tapping upon the key must be strenuously avoided”, cosa su cui presumo tutti gli amici telegrafisti e radiotelegrafisti concordino – anche se gli stili di manipolazione sono infiniti, come in queste Morse News abbiamo più volte assodato (ma vedi Marianucci) – e quindi, a mio modo di vedere, il problema può essere affrontato e risolto solo empiricamente.

A tal fine ho iniziato degli esperimenti con un contatore elettromeccanico (vedi foto) che ai fini pratici (ma non teorici, vedremo) è identico all’orologio già citato. Collegato ad una pila e a un tasto telegrafico (ma per queste prove va bene anche il pulsante del campanello di casa!) si realizza un sistema telegrafico spartano e diciamo “ibrido” Morse-Breguet: trasmettitore Morse e ricevitore Breguet (sul Breguet sono costretto a rimandare ai pochi cenni in AG 12). Sperando di poter tornare presto sull’argomento mi limito a rilevare che questa “contaminazione” non è affatto peregrina ricordando quanto detto in Morse News 104 circa la coesistenza dei vari sistemi telegrafici prima dell’unità d’Italia, nonché il Tournez o far rullo, cioè l’invio di una serie di punti per il regolaggio dei primi telegrafi Morse o dei primi relè (Perolle).

Sottolineo infine che per queste ricerche non si possono assolutamente usare computer o contatori elettronici perché ignorano e fanno perdere di vista quello che più ci interessa e cioè l’aspetto dinamico della manipolazione (biella Morse).

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