ME 13 – La cultura soffocata (19.1.2007)

Considerato il comportamento del Prof. Federico Di Trocchio che, tradendo la mia fiducia e le sue innumerevoli e reiterate promesse, continua ad avallare, col suo silenzio, la distortissima mia immagine pubblica (in particolare circa le pregresse polemiche col De Mauro), sono costretto, mio malgrado, ad inframmezzare in queste Melloni News alcune schede di carattere personale e polemico. La speranza è di guadagnarmi non tanto l’“attenzione” (quella l’ho già, carissimo Pigliacampo!), ma la “fiducia” di chi mi legge e, in particolare, degli uomini che, istituzionalmente, dovrebbero essere “di cultura”.

Per 25 giorni, dal 18 settembre al 11 ottobre 2006, sono stato interdetto dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (vedi immagine) per un incidente che, se la cultura non fosse soffocata dalla burocrazia, si sarebbe potuto risolvere in poche ore. La seguente lettera chiarirà di cosa si tratta.

 

 

                                    Al Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

e p. c. alla Dott.ssa Maria Gaia Gaio

Loro sedi

Roma, 18 settembre 2006

OGGETTO: Smarrimento e successivo ritrovamento del volume 361 L 131.13

 

               Pregiatissimo Direttore,

riferisco su un increscioso episodio accaduto sabato scorso in biblioteca verso le ore 12.

Ero venuto – come da circa trenta anni, ormai! – in biblioteca di buon mattino (8,30) per consultare due opere di due fisici dell’ottocento (Liberato Baccelli e Galileo Ferraris) sui quali sarà incentrata una mia prossima pubblicazione. Fatta la richiesta al banco della Sala Scienze e in attesa (oltre due ore!) dei libri sono andato a fare altre ricerche ai cataloghi (cartaceo, on line, periodici, ecc.), sulla Treccani e al terminale SBN.

Ricordo di aver trovato un libro di mio interesse (Reuleaux) e di aver quindi presentato una terza richiesta. Poiché però questo libro ha una collocazione riservata (201.38.E.24) sono stato dirottato alla Sala Manoscritti. Malgrado avessi richiesto questo libro dopo gli altri due mi è stato consegnato prima, ed è probabile che per fare gli opportuni confronti abbia poi portato qualche volume fuori dalla sala dove mi era stato consegnato.

Aggiungo che ho chiesto di fotocopiare l’articolo sul Baccelli (40 pagine, del 1934), ma l’assistente di sala non mi ha dato l’autorizzazione perché l’opuscolo faceva parte di una Miscellanea rilegata (peraltro in ottimo stato di conservazione e fisicamente del tutto equivalente ad un’opera monografica!), mentre invece per il lavoro del Ferraris non ci sono stati problemi.

Al momento della riconsegna del libro di Ferraris (e/o di un altro libro del Rouleaux che nel frattempo avevo anche chiesto…) l’impiegata del banco Scienze, Pasini Luigia, mi dice che risultava un’opera non consegnata, e precisamente il Baccelli (361 L 131.13).

Malgrado fossi diciamo “quasi sicuro” (per la mia annosa distrazione) di aver consegnato l’opera, feci le ricerche del caso ricontrollando in tutti i locali dove mi ero portato e chiedendo anche al banco Manoscritti se avevano trovato un’opera mal collocata. Anche la signora Pasini - “per scrupolo”, disse - fece a sua volta meticolose, ma inutili ricerche.

Mi rivolsi allora alla Dott.ssa Gaio che cortesemente venne in sala Scienze e pregò la già citata assistente di sala, di cui ignoro il nome, di redigere un verbalino dell’accaduto.

Avrei voluto specificare e sottoscrivere, in tale documento, che l’opera poteva essersi smarrita, al 50% dissi, per distrazione mia o della Pasini, dato che questa non aveva escluso un disguido da parte sua, ma non mi è stato concesso.

Stamani, in tarda mattinata, sono tornato in biblioteca e ho trovato due notizie, entrambe datemi dalla Dott.ssa Gaio, e cioè che il libro era stato ritrovato (“in un posto dove non avrebbe dovuto essere” si è laconicamente limitata a dirmi tale funzionaria) e che tuttavia la mia tessera magnetica dovrà rimanere disabilitata fino a disposizioni del Direttore della Biblioteca, nelle cui mani era stata posta la “incresciosissima vicenda”.

Nello scusarmi - per suo tramite e di persona, quando ne avrò l’opportunità - con le citate impiegate di qualche mia comprensibile intemperanza, la pregherei, sig. Direttore, di ridarmi al più presto l’accesso alla biblioteca, per proseguire le mie ricerche scientifiche.

Distinti saluti. Andrea Gaeta

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