51 – Lettera a Cubeddu

 

Sempre più costretto dagli eventi pubblico una mia lettera all’emerito filosofo Italo Cubeddu concernente la “ricucitura” dei rapporti con Tullio De Mauro (nella foto col Presidente Ciampi), dopo l’infelice pubblicazione del mio Etica e Fonetica. La sola sibillina risposta data dal De Mauro a Cubeddu, come a molti altri che avevo cortesemente pregato di una missione analoga (Gamaleri, Morcellini, Luccio, Gambarara, Di Trocchio…), è stata che “la porta della sua stanza è sempre aperta per tutti”.

            

 

Roma, 17 novembre 2003

Caro Cubeddu,

La pregherei di leggere le carte che allego in modo che, dato che parte delle polemiche pregresse (Belardi, Gamaleri…) Le sono ignote, all’incontro di venerdì venga, per così dire, “preparato” (la prego di badare alle date).

Io non so in che rapporti reali Lei sia con De Mauro, però della Sua disponibilità nei miei confronti, non foss’altro per rispetto alla memoria di Lucidi e, se mi consente, anche perché è sardo, sono assolutamente certo. Quindi Le sono e Le sarò lealmente grato di quello che sta facendo, a prescindere dagli esiti, che manifestamente travalicano la Sua volontà.

Visto che, almeno in questa prima fase “esplorativa”, il Suo ruolo è solo quello di latore dei miei “desiderata”, vorrei che Lei portasse al nostro Tullio la qui allegata lettera al Presidente Pera (vedi Bitnick News 63) e soprattutto gli riferisse queste testuali parole: dopo i tre incontri-interviste del 1985 Gaeta da te si è sentito come un “innamorato respinto”.

A venerdì. Andrea Gaeta

  Indietro