32 – Stenosi semantica

Tra le carte dell’epistolario inedito Gaeta-De Mauro c’è questo documento, di tre anni fa, che ritengo proficuo render integralmente pubblico, in quanto il concetto qui vagheggiato di costrizione semantica ha un corrispettivo in quello di sforzo articolatorio messo ora in luce dall’articolatore Morse (AG 15 e Lucidi News 30).

L’iposema Morse

La linguistica della telegrafia

 

 

           Roma, 25 novembre 2002

           Caro De Mauro,

tra i molti progetti che mi ronzano in testa ci sarebbe anche un opuscolo sulla lingua telegrafica, che è un perfetto laboratorio per indagare i più sottili fenomeni percettivi e le continue inavvertite interazioni e inversioni tra oralità e scrittura (Morse fonetico e Morse sulla zona di carta). Certo, di fregnacce (fonostrizione, stenosi semantica, ecc.) ne conterrebbe o ne conterrà, ma credo sarebbe in buona compagnia perché non c’è testo, o addirittura trattato di linguistica che non ne sia infarcito. Tuttavia, Lei mi insegna, il progresso culturale e scientifico, procedendo per tentativi, errori e contributi infinitesimi, che forse i posteri correggeranno o utilizzeranno, è imprescindibile dal confronto e dal dibattito.

Credo di aver capito, sia pure in linea di massima, e come pochissimi (o nessuno!), cosa Lucidi intendeva per iposema e penso che tale concetto, ostico, “osticissimo” per natura, riuscirebbe agevole una volta trasferito nel ridotto, ma strumentalmente controllabilissimo, habitat della telegrafia Morse.

Le uniche fonti “primarie” per questa operazione, allo stato, sarebbero, oltre alle quattro redazioni formali e quasi identiche dello stesso Lucidi (1944, 1946, 1950 e 1961), gli esempi del “segnale stradale” riportati nelle interviste a Cubeddu e Morpurgo (in Gaeta, 1995) oltre a quello apparentemente simile (e meno chiaro) di Buyssens (in Eco, 1984). Certamente vorrei e dovrei appoggiarmi all’autorità di De Mauro o, in mancanza, a quella di Eco, ma non mi pare di aver trovato nessun luogo in cui Lei spieghi ab initio, o a dir meglio per i non iniziati, analizzabilità e/o inanalizzabilità dei segni linguistici – di carta, di latta o d’aria che siano.

Confido nella Sua collaborazione.

Cordialmente. Andrea Gaeta

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