GV 32 – L’orologio ad acqua di Dublino (20.8.2008)

     

Da alcuni mesi, come ricorderanno i lettori più assidui, abbiamo iniziato uno studio sull’orologio ad acqua, anzi sull’idrocronometro di Embrìaco (vedi GV 24 e seguenti) che riserva sorprese a non finire, non solo nel campo dell’idraulica o dell’orologeria, ma anche in quello dell’elettrologia, al punto da lasciare intravedere, o sperare, una più calzante analogia elettro-idraulica.

La ricerca però, anche se affascinante, è ostacolata, tra l’altro, dall’enorme difficoltà di reperire le fonti bibliografiche: o non esistono, o non si conoscono, o sono disperse in una miriade di riviste di orologeria, o non sono accessibili, come nel caso della Biblioteca Nazionale di Roma, che tiene in quarantena il cospicuo patrimonio librario dell’Istituto Tecnico Armellini, donatole alla soppressione, una decina d’anni fa, della prestigiosa scuola di orologeria risalente, o forse fondata proprio dal domenicano Embrìaco. Per quanto attiene all’idraulica grossi aiuti verrebbero certamente anche dal “Beccaria idraulico”, se fossero accessibili, e ancor meglio divulgati, i suoi pionieristici e geniali studi su portate idriche e sifoni.

Naturalmente un grande aiuto viene dal mare di internet, da cui spesso spuntano vere e proprie perle, come le pagine di MacMillan sullo stupefacente orologio ad acqua di Meath, vicino Dublino, o quelle di Mills, sullo stesso soggetto, messe oggi in rete nella sezione Fonti del mio sito.

Durante la guerra Boera un giovane ufficiale irlandese, il conte di Meath, sviluppò un’idea per la costruzione di un orologio a pendolo libero, energeticamentemantenuto” da un filo d’acqua corrente, più o meno come nell’orologio del Pincio dell’Embrìaco (che però, si badi bene, non solo lo precede di almeno 40 anni, ma soprattutto è basato su concezioni ancora più geniali).

Il cuore del “sistema” di Meath è il cat’s cradle (un raddrizzatore meccanico come quello descritto in GV 30) che si intravede nello schema a sinistra, dovuto ad A. Lloyd, che lo disegnò durante un sopralluogo, verso la metà del secolo scorso, nella torre di ingresso della tenuta dei Meath dove è installato l’orologio (foto a destra). C’è da dire però che i “congegni” (ruote e catene di biciclette, cassette d’acqua per gli sciacquoni del bagno, imbuti da cucina, ecc.) dello strumento avevano subito, negli anni, deterioramenti e rimaneggiamenti che forse hanno falsato il genuino funzionamento originale. È probabile per esempio che il pesantissimo pendolo (un proiettile da cannone di 50 kg) fosse mosso da un filetto d’acqua ben minore di quello trovato da Lloyd e che la funzione della paletta deflettrice fosse diversa…

Chi vuol saperne di più cominci a leggere gli articoli segnalati, e gli sarò grato se, trovando altro materiale, me ne vorrà far partecipe.

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