GA 29 – Le piume del santo burlone (20.2.2006)

Nella Sacra Scrittura è detto che la lingua è un piccolo organo, ma se usata male può fare molti danni, così come un piccolo fuoco può crescere e bruciare un’intera foresta. Si racconta, a questo proposito, che S. Filippo Neri, il santo burlone, cercava di correggere a suo modo questo grave vizio della mormorazione e della maldicenza. Una donna si recava spesso da lui, sempre confessando lo stesso errore. Cercava di giustificarsi dicendo: “Sono così abituata che nemmeno me ne accorgo”. Il Santo allora ideò un sistema per farle acquistare consapevolezza della gravità di quel peccato: “Devi fare questa penitenza. Va al mercato e compra una gallina morta e lungo il cammino spennala per bene. Poi torna qui”. La penitente obbedì alle strane indicazioni e si ripresentò al confessionale di Filippo. “Ora torna nelle vie dove sei passata e raccogli tutte le piume, senza lasciarne nessuna”. “Ma Padrerispose la donnacome farò? Chissà il vento dove le ha portate!”. “Anche le tue parole velenose – concluse il Santo – sono arrivate dappertutto e chissà quanto danno hanno fatto, senza potervi più porre rimedio”.

Io credo che “qual piuma al vento” non si propaghi solo la chiacchiera, ma più in generale il “significato” delle parole (vedi Il virus semantico).

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