Esempio di Tototono

Primo livello: Accento

È basato sullo spostamento d’accento, per esempio, da pàttino a pattìno. Per far capire i due significati della parola la prima scenetta può riguardare l’invenzione di un pàttino a reazione, la seconda un tuffo da un pattìno. Tale livello può apparire banale, ma spettacolarizzando le scenette può far presa sul pubblico infantile.

Secondo livello: Timbro

É basato sul grado di apertura delle vocali e ed o, che nella lingua italiana, come ben sanno (e percepiscono) solo fiorentini e romani, possono essere aperte o chiuse. L’esempio scelto si trova in tutte le grammatiche italiane: la parola pèsca (frutta) contrapposta a pésca (il pescare). Le due parole sono in pratica omografe perchè nessuno sta a segnare gli accenti grave e acuto (in certi casi peraltro non risolutivi) mentre risultano addirittura omofone per molti meridionali (nonchè settentrionali).

Terzo livello: Tono

È basato sulle frasi a doppio senso degli enigmisti, quelle crittografie mnemoniche, croce e delizia dei semiologi, che con l’ottica del Tototono sarebbe forse preferibile chiamare crittofonie mnemoniche. Nell’esempio la prima scenetta è imbastita su un poetico sole al tramonto, la seconda su delle vecchiette ormai sole al tramonto della vita. Con scenette ben recitate le due piccole frasi avranno intonazioni riconoscibili. Anche l’attore che recita la scenetta da cui sarà tratto il sintagma sole al tramonto deve essere un professionista altrimenti questo spezzone risulterà equivocabile

Quarto livello: Attenzione

Stavolta non si deve individuare il significato di una parola, ma la parola seguente al test tonale, scegliendola tra le due alternative precedentemente ascoltate. L’esempio riguarda un ragazzo che incontrando difficoltà durante una lettura dice:

 non capisco una frase (primo caso)   e   non capisco una parola (secondo caso)

Il non capisco nei due casi ha una diversa tensività (Lucidi) che è legata al livello di attenzione del parlante e che in qualche modo anticipa l’enunciato seguente. Non si tratta perciò nè di lettura del pensiero nè di cose soprannaturali, ma di fenomeni linguistici e neurofisiologici poco studiati e comunque ancora mal noti.