BE 52 – Il pendolo di Gray (6.3.2008)

           

La perpetuità che il signor D. Alessandro (Volta) ha attribuito all’elettroforo suo non è che una maggiore durevolezza dell’elettricità impressa sulla resina, e tale maggiore durevolezza la vuole per se il signor Grei” [Eandi 1783 – p. 132]. Questo appunto trovato tra le carte di Beccaria è probabilmente l’unico luogo in cui il grande scienziato nomina Volta, l’arrogante giovane al quale, voglio ricordare, egli aveva chiesto “silenzio eterno” sulle cose di elettricità.

Riporto il passo non tanto per rinvangare i contrasti sotterranei tra Volta e Beccaria, bensì per introdurre il grandissimo scienziato inglese Stephen Gray (1666 – 1736), italianizzato in Grei da Beccaria. I contributi del Gray alla nascente scienza elettrica sono relativamente noti; in tutte le storie dell’elettricità è giustamente ricordato per aver scoperto la “conducibilità” elettrica e per aver classificato, con il contributo di Wheler, Desaguliers, Dufay, ecc., i corpi in “idioelettrici” e “anelettrici”; ed è celeberrimo il suo “flying boy” (oelectric boy”), il fanciullo sospeso con fili di seta ed elettrizzato strofinandogli un globo di zolfo sulla pianta dei piedi (vedi immagine).

Meno noto, credo, è invece il “pendolo” di Gray (disegno a destra) oggetto di questa News. Un corpo leggero, come un pezzetto di sughero o midollo di sambuco, appeso ad un filo tenuto tra indice e pollice e posto su una “stiacciata” elettrizzata (vedi BE 18, BE 40 e BE 41) al centro della quale vi sia una sfera di ferro, comincerà a muoversi attorno alla sfera, sempre da ovest a est, nella stessa direzione in cui i pianeti orbitano attorno al sole. Se la stiacciata è circolare e il globo di ferro è messo esattamente nel centro allora l’orbita sarà un cerchio, in caso contrario l’orbita sarà ellittica con eccentricità proporzionale alla distanza tra i due centri. In particolare, se la sfera è messa in uno dei fuochi dell’ellisse il sughero si muoverà più velocemente all’apogeo che al perigeo, al contrario di quello che avviene nel sistema solare.

Chi vuol saperne di più su questi esperimenti apparentemente parascientifici e di sapore esoterico (probabilmente sono stati i padri nobili dei “pendolini” magici della radioestesia) e su questo veramente meraviglioso sistema planetario del Gray, può consultare (su Gallica) Philosophical Transactions, Royal Society, vol. 39, 1738, p. 220 e 400, dove c’è un resoconto dettagliato del “testamento scientifico” di Gray raccolto il giorno prima della sua morte.

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