PO 27 – Il baluardo di Morena (10.1.2011)

Alla fine del corso collinare della Marrana (vedi PO 20 e PO 26) incontriamo, al Casale di Morena, uno sbarramento artificiale, risalente come minimo all’anno 1122, comunemente noto come Diga o Emissario (vedi immagine).

Secondo alcuni storici la funzione di questo impianto imponente (grosso modo largo 15 m, alto 5 m e profondo 20 m) era di biforcare il fiume deviandone una parte verso l’Aniene e una parte verso “Roma Vecchia” (vedi PO 22), mentre secondo altri, più ragionevolmente, la Marrana, essendo necessaria agli opifici idraulici, veniva lasciata al suo corso naturale verso l’Aniene solo durante le operazioni di spurgo (annuali o semestrali) o di manutenzione del canale.

Un’altra polemica, anche questa abbastanza nota, riguarda il cunicolo di circa 900 m (segnato nella mappa con otto puntini, corrispondenti ad altrettanti pozzetti di ispezione) quasi a ridosso dell’emissario e terminante nella tenuta di Gregna: secondo alcuni è un’opera medioevale, secondo altri è lo “specus” della Claudia (il De Mauro, l’autore della mappa, evidentemente propende per la prima alternativa perché segna l’acquedotto Claudio un po’ più a monte, sulla destra).

La diga di Morena, che oggi è ridotta ad una semplice ed inutile cascata, seminascosta tra i moderni villini della zona, alla luce di Poleni (vedi PO 1) si potrebbe legittimamente denominare Pescaia, Castello, Castro, Incastro, Chiusa, Riparo, Parata, Steccaia, Incile, ecc. Io preferisco chiamarla “Baluardo” perché la sua principalissima funzione era difendere l’alveo da straripamenti e guasti durante le piogge straordinarie.

  

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