Questo Atomo AG 17

raccoglie nel modo più organico od “organato” possibile tutti i documenti, compresi gli altrettanto e forse più significativi “silenzi”, relativi ad una questione che ben presto, e certo non per colpa dell’autore, ha esorbitato dall’alveo scientifico in cui era nata per tracimare in una polemica a senso unico, condotta dallo scrivente contro la strafottenza, e forse addirittura, l’omertà e l’ostracismo del mondo accademico italiano nei confronti non tanto di un ricercatore isolato, come in realtà è chi scrive, ma di un vero emarginato la cui sola colpa è stata quella di non appartenere a nessuna parrocchia accademica e di non aver mai portato la borsa a nessuno.

La mia ricerca sul De Saussure, il riconosciuto padre della linguistica moderna, è intimamente connessa a quella sulle scoperte di Mario Lucidi ampiamente citate nei miei Atomi e nelle mie News, e anche – purtroppo e soprattutto – alle connesse polemiche col Belardi, De Mauro, Albano Leoni e Di Giovine – accademici tutti che sembra abbiano rimosso ogni codice deontologico –, riassunte e “organate” anche queste in un lavoro che licenzio congiuntamente a questo (vedi AG 19, Lo scandalo Lucidi e, possibilmente, per avere un panorama il più possibile omogeneo e completo, almeno tutte le 100 mie Lucidi News).

Pur sapendo bene che la ricerca scientifica e l’esposizione dei risultati conseguiti dovrebbero essere scevri da riferimenti e, a maggior ragione, da polemiche personali, sono costretto a presentare un lavoro imperfetto, inquinato e, soprattutto, incompleto per una serie di motivi: ignoranza del tedesco, difficoltà del reperimento delle fonti o di avere fotocopie e, infine, limitazioni di movimenti per sopraggiunti limiti di età.

Un ruolo a parte, in queste polemiche e in queste ricerche, è giocato dal chiarissimo professore Daniele Gambarara, dell’Università di Cosenza, per certi versi (e, ahimé, in grado minimo!), un po’ fuori dal coro degli “appiattitori” (mi si perdoni il neologismo) di Mario Lucidi, come si può evincere dalle “schede” del dossier.

Ogni scheda è identificata dalla sigla DB (dossier barbaros) seguita da un numero. Alcune, essendo riportate di pari passo da altre sezioni del mio sito, vengono così ad avere una doppia identificazione, ad esempio a p. 21 quella sul carattere laminare del significante è caratterizzata sia da DB 35 che da BU 76. Spero che questo non ingarbugli ulteriormente la faccenda, già complicata di per sé e per un motivo almeno doppio: la dichiarata provvisorietà dei miei risultati e la loro presentazione, fino all’uscita del presente Atomo, nella sola “carta virtualeinternettiana.

Questo Atomo, come gli altri, è scaricabile dal web, anche in formato Word.

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